il tesoro ritrovato (S. Buccilli)

Un pomeriggio di primavera, visto che avevo terminato presto i compiti, decisi di invitare delle mie amiche per trascorrere qualche ora ora insieme. Giulia, Agnese, Anna e Sofia accettarono il mio invito e arrivarono poco dopo. Decidemmo di andare in giardino a giocare a "schiaccia 7", una specie di pallavolo ad eliminazione. Ci stavamo divertendo fino a quando Anna, con una delle sue terribile schiacciate, mandò la palla in un grosso incavo nel tronco di un'enorme quercia secolare nel parco di fronte al mio giardino. Ci mettemmo subito a correre velocemente per recuperare il nostro pallone; arrivate davanti al grande albero, Anna, prima di tutto, infilò la testa per vedere all'interno del tronco e poi inserì le mani. "Eccola, la sento!", esclamò Anna, ma non riusciva a prenderla perché era incastrata. "Non ci dobbiamo arrendere" dissi. Riflettendoci sopra, per trovare un modo per riprendere la nostra palla, mi venne l'idea di usare un bastone per poterla estrarre. Insieme alla palla cadde a terra una pergamena arrotolata, tenuta da un laccetto rosso. Eravamo tutte incuriosite da questo documento e soprattutto da cosa poteva esserci scritto. Tolsi il sigillo e lo srotolai. Sulla mappa era indicato un percorso che sembrava portasse a qualcosa di importante e di valore. Pronte e coraggiose decidemmo di percorrerlo seguendo le indicazioni della pergamena.  
Dopo una decina di minuti che camminavamo ci trovammo a scavalcare un enorme muro che fortunatamente aveva delle pietre disposte in modo da formare dei piccoli scalini e che divideva la fitta vegetazione da un ponte. Avevamo molta paura, ma la cosa che ci spingeva a superarlo, era la voglia di trovare quello che era indicato sulla mappa. Perciò una alla volta salimmo, ma ad un certo punto Agnese scivolò dalla barriera e cadde a terra. Eravamo spaventatissime di quello che era appena accaduto e sinceramente non sapevamo assolutamente cosa fare! Per fortuna Agnese non si era fatta nulla di grave, era solo una storta. Allora chiedemmo alla nostra amica se voleva continuare il percorso o se preferiva ritornare a casa. Rifletté a lungo, ma poi prese la usa decisione: Non voleva assolutamente arrendersi, ma bensì arrivare all'obbiettivo! Si alzò riprendendosi e cautamente salì uno scalino alla volta. Arrivate dalla parte opposta continuammo a percorrere il sentiero fino a quando ci portò davanti ad un'entrata nascosta in mezzo ai rovi.
Impaurite entrammo senza fare tanto rumore in questa buia e tenebrosa grotta. Fortunatamente Agnese aveva tenuto con sé il proprio cellulare, così con la luce che faceva, iniziammo a camminare all'interno. La grotta si divideva in due cunicoli. Non sapevamo dove andare, ma dalla carta capimmo che dovevamo proseguire verso destra. La luce del telefono ci faceva strada, si scorgevano appesi al soffitto a testa in giù numerosi pipistrelli. Piano, piano proseguimmo per il cunicolo, che a mano a mano si restringeva sempre di più fino a quando arrivammo alla fine del percorso. Davanti a noi vedemmo un vecchio e antico baule di legno. Con molta cautela lo aprimmo ed i nostri occhi rimasero abbagliati dalla lucentezza dei gioielli. "Il tesoro, il tesoro" esclamammo contente!! Il giorno dopo, su consiglio dei nostri genitori, lo portammo al museo più importante di Genova cosicché tutti i visitatori avrebbero potuto ammirare tanto splendore, ma soprattutto vedere i nostri nomi incisi in una targhetta vicino al "tesoro ritrovato".