Questa che sto per raccontare è un' avventura che mi è capitata due estati fa. Mi trovavo insieme ai miei cugini in Val d'Aosta, era una vacanza che aspettavo da tanto tempo, perché avremmo fatto un' escursione in alta montagna con delle guide alpine e ci eravamo preparati a qualsiasi tipo di evenienza, quindi prima di intraprendere questo viaggio ci fermammo in un prato a controllare i nostri zaini.
Ad un certo punto mio cugino Andrea intravide dentro una cavità rocciosa un foglio sbiadito e pieno di terra, mi chiamò ed io incuriosito mi avvicinai per vedere di cosa si trattasse, mi accorsi che c'erano dei simboli: un triangolo ed un occhio al suo interno, dove li avevo già visti? Ma certo! Si tratta del simbolo degli illuminati! Ma cosa ci faceva un foglio simile in alta montagna? Mio cugino ed io eravamo troppo curiosi e questo ci spinse a vedere oltre. Ci incamminiamo dentro quella che sembra essere una caverna lunga e buia; la paura prese subito il sopravvento. Andrea mi bloccò e mi ricordò che da un momento all'altro, sarebbero arrivati Dennis e Mirko, le nostre guide alpine, ma la mia curiosità superava qualsiasi promessa fatta, perciò incominciai a tirare fuori la pila dallo zaino, la accesi e la puntai oltre il tunnel. Mio cugino Andrea avanzava dietro di me, mentre io andavo in avanscoperta. Mentre ci stavamo accingendo a percorrere la grotta, sentimmo sotto i nostri piedi una strana corrente d'aria, non facemmo in tempo ad accorgercene che in un nanosecondo sprofondammo completamente dentro una voragine che ci condusse in una vera e propria grotta. Per fortuna gli unici danni a noi recati erano graffi. Presi il foglio, e notai che, vicino al simbolo degli Illuminati, c'era una scritta in latino: "Tempus Fugit." Cosa vorrà dire? Presi il cellulare sperando di capire il significato con il traduttore, ma non c'era campo. Andrea allora urlando disse: "Il tempo fugge" Guardai d'istinto l'orologio e mi accorsi che, in effetti, il tempo si era fermato! Ad un tratto sentimmo proprio dietro di noi dei passi, io e mio cugino ci guardammo e, tremanti, non facemmo in tempo nemmeno a guardarci che un uomo medio alto con mantello, cappuccio ed un naso adunco ci guardò perplesso e cercò di avvicinarsi a noi; provammo con tutte le nostre forze a scappare ma ci rendemmo conto che l'uomo non ci voleva fare del male, e per di più parlava la nostra stessa lingua. Che strano, quell'uomo mi ricordava qualcuno. Lui si presentò e disse di chiamarsi Dante, Dante Alighieri, uomo prigioniero del tempo e dello spazio. Confesso di non essermi mai sentito così confuso. Dante ci raccontò che lui aveva più di 800 anni, ma il tempo lo rendeva sempre giovane.
Ad un certo punto mio cugino Andrea intravide dentro una cavità rocciosa un foglio sbiadito e pieno di terra, mi chiamò ed io incuriosito mi avvicinai per vedere di cosa si trattasse, mi accorsi che c'erano dei simboli: un triangolo ed un occhio al suo interno, dove li avevo già visti? Ma certo! Si tratta del simbolo degli illuminati! Ma cosa ci faceva un foglio simile in alta montagna? Mio cugino ed io eravamo troppo curiosi e questo ci spinse a vedere oltre. Ci incamminiamo dentro quella che sembra essere una caverna lunga e buia; la paura prese subito il sopravvento. Andrea mi bloccò e mi ricordò che da un momento all'altro, sarebbero arrivati Dennis e Mirko, le nostre guide alpine, ma la mia curiosità superava qualsiasi promessa fatta, perciò incominciai a tirare fuori la pila dallo zaino, la accesi e la puntai oltre il tunnel. Mio cugino Andrea avanzava dietro di me, mentre io andavo in avanscoperta. Mentre ci stavamo accingendo a percorrere la grotta, sentimmo sotto i nostri piedi una strana corrente d'aria, non facemmo in tempo ad accorgercene che in un nanosecondo sprofondammo completamente dentro una voragine che ci condusse in una vera e propria grotta. Per fortuna gli unici danni a noi recati erano graffi. Presi il foglio, e notai che, vicino al simbolo degli Illuminati, c'era una scritta in latino: "Tempus Fugit." Cosa vorrà dire? Presi il cellulare sperando di capire il significato con il traduttore, ma non c'era campo. Andrea allora urlando disse: "Il tempo fugge" Guardai d'istinto l'orologio e mi accorsi che, in effetti, il tempo si era fermato! Ad un tratto sentimmo proprio dietro di noi dei passi, io e mio cugino ci guardammo e, tremanti, non facemmo in tempo nemmeno a guardarci che un uomo medio alto con mantello, cappuccio ed un naso adunco ci guardò perplesso e cercò di avvicinarsi a noi; provammo con tutte le nostre forze a scappare ma ci rendemmo conto che l'uomo non ci voleva fare del male, e per di più parlava la nostra stessa lingua. Che strano, quell'uomo mi ricordava qualcuno. Lui si presentò e disse di chiamarsi Dante, Dante Alighieri, uomo prigioniero del tempo e dello spazio. Confesso di non essermi mai sentito così confuso. Dante ci raccontò che lui aveva più di 800 anni, ma il tempo lo rendeva sempre giovane.
Ci spiegò anche che la mappa era un portale del tempo, che l'occhio simboleggiava il controllo, e il triangolo le tre persone che un giorno sarebbero venute a salvarlo, ma noi eravamo solo due. Così cercammo di aiutarlo, ma come? Non conoscevamo questo posto, ne sapevamo come uscirne. Io e mio cugino Andrea pensammo che si trattasse di uno scherzo, ma io gli ricordai che avevamo davanti a noi un uomo di 800 anni, un poeta, uno scrittore in carne ed ossa! L'uomo ci condusse in un'altra grotta e, per farci capire che tutto questo non era uno scherzo, pronunciò frasi in volgare, aprì un cancello dove all'interno vi era una piramide di vetro. Entrandovi egli scomparve e riapparse subito dopo.
Dante proveniva proprio da quel posto e ci spiegò che il Medioevo era la sua epoca e dove lui stesso avrebbe voluto ritornare da uomo normale.
L'unico modo per farlo ricollocare esattamente nel suo spazio temporale, era quello di portare un oggetto dell'epoca in cui si trovava ora, indietro nel tempo.
Nessuno prima d'ora si era mai azzardato ad entrare nella grotta ed arrivare fin lì, quindi noi in un certo senso eravamo gli eroi del più grande poeta fiorentino: come potevamo aiutarlo? Gli tesi la mano e gliela strinsi, e lui strinse la mia. Il poeta disse che aveva un minuto di tempo per tornare nella sua epoca e che, se non avesse sfruttato quel minuto, avrebbe dovuto aspettare altri mille anni. Andrea ed io gli offrimmo uno dei nostri cellulari, così Dante entrò nella piramide e con un grande sorriso ci salutò benedicendoci. Lo ricambiammo ed in meno di un minuto scomparve.
Rimanemmo allibiti. Andrea confessò che era riuscito a fargli una foto, tutto eccitato, me la mostrò ma ci accorgemmo che non c'era nessuno nella foto. Cercammo increduli di tornare indietro da dove eravamo venuti, ma non era facile. Improvvisamente un fascio di luce ci proiettò all'esterno della grotta, precisamente nel punto in cui avevamo trovato la mappa-portale del tempo.
Andrea ed io ci guardammo e non parlammo, non sapevamo cosa dire. Le guide alpine nel frattempo ci raggiunsero e ci indicarono la strada da fare, sorridendo ci riferirono che sarebbe stata un'escursione senza tempo... Andrea gli risponde che era proprio così! Chissà se Dante Alighieri aveva raggiunto il suo tempo...
Ma questa è un'altra storia.