Eldorado (Rossi Giuseppe Rossi Stefano)

E’ notte, sono a dormire. La mamma ha lasciato le finestre aperte.
Il freddo, il gelo, il fruscio del vento e le urla che si sentono dalla strada sono tutti concentrati su di me, ma poi mi rilasso e cado in un sonno profondo.
La mattina seguente, come ho sempre fatto, mi alzo tardi perché è vacanza e apro gli occhi: non sono più nella mia stanza, ma in un aereo e cerco subito i miei parenti: non ci sono, non vedo neanche dei passeggeri e allora vado dal pilota. Lo trovo con due ragazzi, forse della mia età, un maschio e una femmina entrambi con la faccia sconvolta.
Chiedo al capitano perché io sia qui e questi  mi risponde dicendo che l’intero popolo terrestre è stato colpito da una epidemia mortale  eccetto me, quei ragazzi e l’intero popolo peruviano e che è per questo che ci sta portando proprio in Perù: per salvarci. Faccio una domanda alla quale non ho avuto risposta, solo un semplice silenzio; allora capisco cosa è successo ai miei parenti e amici più cari.
Torno al mio posto e piango in un modo infinito, senza alcun ritegno, poi mi fermo e a quel punto decido di intraprendere una nuova vita. 

Comincio a parlare con i due ragazzi e scopro i loro nomi, Gary e Maria insieme a loro trascorrerò in Perù i quattro anni seguenti .
Un giorno per caso io  Maria e Gary  troviamo una mappa, non sappiamo come decifrarla ma dopo mesi e mesi di tentativi riusciamo a  comprenderne il  significato: seguendola avremmo potuto arrivare nella mitica città dell'ELDORADO!

Allora io Maria e Gary cominciammo il nostro viaggio verso Eldorado.
Durante il viaggio, nella foresta,  incontrammo un popolo che ci catturò e ci trasportarono dal loro capo, adorato dal suo popolo come una divinità: egli  avrebbe deciso della nostra sorte.
Per conquistarmi la libertà avrei dovuto combattere in un duello con il loro guerriero più forte, così mi ritrovai a lottare. Il mio avversario era un uomo alto e muscoloso che mi avrebbe steso in qualche secondo, ma dopo qualche colpo sferrato in aria capii il suo punto debole: combatteva senza ragionamento quindi io, grazie alla mia agilità e a qualche colpo astuto lo stesi a terra facilmente.
Dopo il combattimento il loro capo ci liberò e allora noi tre proseguimmo la nostra avventura e dopo dei giorni di viaggio ci accorgemmo che eravamo già a metà del viaggio, però ad un certo punto la strada si biforcò e allora io e Maria andammo a sinistra mentre il povero Gary andò tutto da solo a destra. Mentre proseguivamo, cominciai a pensare a Gary tutto da solo nella foresta e allora decidemmo di tornare da lui, però non lo trovammo e capimmo che gli era successo qualcosa di brutto. Continuammo a camminare finché, arrivati ad  un accampamento dei predoni peruviani, riuscimmo a scovare dentro   una capanna il nostro amico.

Io e Maria non sapevamo cosa fare per liberarlo, ad un certo punto mi venne in mente la più brillante e stupida delle idee, dissi a Maria che io avrei distratto i predoni mentre Maria liberava Gary, lei insistette di non farlo, ma non ebbe neanche il tempo di dirlo e i predoni avevano già incominciato ad inseguirmi, mi ferirono ad una spalla e ad un braccio, ma io continuai a correre. Durante la corsa capii che non mi stavano più inseguendo, ma io comunque ero gravemente ferito ad una spalla e ad un braccio e allora mi accasciai a terra, poi per mia fortuna Maria e il povero Gary arrivarono e insistettero di tornare a casa viste le mie condizioni, però io non volevo e allora dopo un lungo dibattito proseguimmo il nostro viaggio. Non trovammo più pericoli nella nostra avventura e arrivammo al nostro obbiettivo facilmente. Avevamo scoperto....ELDORADO!