"Ho trovato una piroga!" urlai verso la signora Weldon. Non credevo ai miei occhi, in questa disavventura forse qualche speranza c'era ancora! Ero così emozionato, non potevo fare altro che mettermi all'opera per aggiustare l'imbarcazione e renderla più sicura per attraversare il fiume Kongo. Prima però mi ricordai che tutti noi eravamo a digiuno da ore, poiché tutto il carico era andato perduto durante il naufragio, perciò decidetti di addentrarmi nella foresta per cercare qualcosa da mangiare, per recuperare le forze e partire nella speranza di salvare me ed i miei amici. Camminai lungo un sentiero coperto di foglie e fango, tra i fitti ed alti alberi e tutto intorno a me era così silenzioso, un silenzio troppo strano, infatti, riuscivo a percepire un pericolo e in quel momento ebbi paura che potesse accadermi qualcosa di terribile.Poco più in là, dritto davanti a me, c'era un leone enorme che mi fissava dritto negli occhi.
Il leone avanzava verso di me possente e maestoso, con la criniera color oro che il vento faceva ondeggiare come capelli al vento. Veniva verso di me sempre più minaccioso ed io, invece, arretravo di qualche passo; non sapevo cosa fare, il panico non mi faceva pensare a nulla. Ad un certo punto il leone si fermò; mi bloccai anch'io e, all'improvviso balzò verso di me con estrema agilità. Per evitare la belva il mio piede s'infilò in una trappola che mi scaraventò in aria con una forza pazzesca. Ero finito in una rete usata probabilmente dagli abitanti del posto per catturare gli animali. Appeso ad un albero, a cinque metri dal suolo, almeno ero salvo dal leone che si diede per vinto e si allontanò. Fortunatamente in tasca avevo un piccolo coltello con il quale riuscii a tagliare la rete che mi teneva imprigionato e caddi pesantemente a terra, ma senza gravi conseguenze. Capii immediatamente che era molto pericoloso inoltrarsi nella foresta, così raccolto in fretta qualche frutto da portare ai miei compagni di viaggio, corsi il più possibile velocemente verso la spiaggia. Raccontai l'episodio agli altri superstiti e rimasero impauriti e senza parole. Così, fino a quando non sarebbe stato possibile allontanarci da quel posto, decidemmo di rimanere tutti insieme senza avventurarci all'interno della foresta evitando così rischi e pericoli.
Il leone avanzava verso di me possente e maestoso, con la criniera color oro che il vento faceva ondeggiare come capelli al vento. Veniva verso di me sempre più minaccioso ed io, invece, arretravo di qualche passo; non sapevo cosa fare, il panico non mi faceva pensare a nulla. Ad un certo punto il leone si fermò; mi bloccai anch'io e, all'improvviso balzò verso di me con estrema agilità. Per evitare la belva il mio piede s'infilò in una trappola che mi scaraventò in aria con una forza pazzesca. Ero finito in una rete usata probabilmente dagli abitanti del posto per catturare gli animali. Appeso ad un albero, a cinque metri dal suolo, almeno ero salvo dal leone che si diede per vinto e si allontanò. Fortunatamente in tasca avevo un piccolo coltello con il quale riuscii a tagliare la rete che mi teneva imprigionato e caddi pesantemente a terra, ma senza gravi conseguenze. Capii immediatamente che era molto pericoloso inoltrarsi nella foresta, così raccolto in fretta qualche frutto da portare ai miei compagni di viaggio, corsi il più possibile velocemente verso la spiaggia. Raccontai l'episodio agli altri superstiti e rimasero impauriti e senza parole. Così, fino a quando non sarebbe stato possibile allontanarci da quel posto, decidemmo di rimanere tutti insieme senza avventurarci all'interno della foresta evitando così rischi e pericoli.