Mi svegliai all’alba,
ma rimasi ancora sull’albero. Dovevo iniziare a pensare, fare qualcosa per sopravvivere.
Le priorità erano: acqua (che avevo già), fuoco e cibo. E
forse anche un posto migliore per dormire. Iniziai con il cibo, siccome ero
affamato. Presi un berretto che il giorno prima avevo trovato sulla spiaggia
insieme a tre cappelli e alcune scarpe e staccai dall’albero su cui dormivo un
bastoncino. Andai sugli scogli alla fine della spiaggia e cercai di staccare
qualche conchiglia simile alle cozze, poi riuscii a sorprendere un granchietto, misi il mio bottino nel berretto.
Continuai così penso almeno per due ore, infine tornai all’albero. Trafissi con il
mio coltello i granchi perché non scappassero, li misi in un cappello, e ne
posai un altro sopra per “chiuderlo”, poi lo appesi all’ albero per
nasconderlo. Quindi mi sdraiai sulla
spiaggia e iniziai a pensare a come accendere un fuoco. Pensai a sfregare
qualche pietra o qualche bastone, ma poi ebbi un idea ben più geniale: presi il
tabacco, qualche ramoscello, li posai per terra, tirai fuori dalle tasche il
mio coltello e con esso provai a riflettere la luce del sole e concentrarla sul
tabacco. Tentai più volte, ma a parte un po’ di fumo, non ottenni niente.
Ancora cinque, dieci, quindici volte e finalmente tra il fumo spuntò una
fiammella. Subito soffiai, e dopo un po’ i ramoscelli presero fuoco. Corsi a
prendere legna più grossa, subito ne trovai molta, vista la quantità di pezzi della
nave naufragata sulla spiaggia. Li disposi a capanna sopra il fuoco e anch’essi
iniziarono a bruciare. Allora depositai alcuni massi intorno al fuoco e iniziai
ad accumulare ordinatamente un po’ di legna accanto all’albero. Quando mi
sembrò di averne abbastanza per il resto della giornata, con il mio coltello
infilzai un granchio, quello più grosso, e iniziai ad agitarlo sopra il fuoco.
Quando fu cotto, tolsi le chele, una parte della testa e la”corazza” e mangiai.
Ripetei l’azione più volte, fino a finire i granchi; erano buonissimi.
Restarono le specie di “cozze” per la sera. Poi andai alla pozza per bere, raccolsi un po’ di legna, qualche banana e cocco che ebbi la fortuna di
trovare. Arrivò la sera, mangiai, e bruciai altra legna, formando un secondo
falò, per diminuire la possibilità di perdere il fuoco. Quella notte non avrei
dormito, ma avrei fatto la guardia al fuoco, poi l’indomani avrei cercato un
rifugio, una grotta, o mi sarei costruito una capanna.
Questa sì che era avventura! E dopotutto, non me la stavo mica cavando così male!
Questa sì che era avventura! E dopotutto, non me la stavo mica cavando così male!